Spesso erroneamente associata all’“aquagym” o confusa con la “ginnastica in acqua”, l’idrokinesiterapia in realtà è una vera e propria tecnica riabilitativa che sfrutta l’elemento acqua come strumento terapeutico. Questa tecnica riabilitativa, abbinata ai trattamenti “a secco” va a completare l’offerta di For Me, in collaborazione con il Centro Piscine Ponte San Pietro.
È una tecnica fisioterapica che
utilizza l’acqua come strumento terapeutico per attivare i processi
metabolici, migliorare i movimenti muscolari, ridurre il dolore. C’è un’enorme differenza con la ginnastica in acqua che è
un’attività motoria, svolta da qualsiasi persona in condizioni di
benessere.
L’idrokinesiterapia invece è un vero e proprio
percorso rieducativo-riabilitativo rivolto a pazienti che hanno
disturbi motori, con minori o maggiori disabilità, e deve essere
svolta con personale qualificato e con una preparazione
specifica, perché utilizzare l’acqua come strumento terapeutico non
significa semplicemente far immergere il paziente in piscina.
Tra le principali patologie che possono trarre giovamento
dall’idrokinesiterapia ci sono quelle ortopediche,
neurologiche e quelle reumatologiche. L’efficacia di
questa metodologia è riscontrata in
patologie che portano a disturbi del movimento, come ad esempio in seguito a traumi, a
eventi come ictus,
problematiche come la sclerosi multipla o la fibromialgia.
L’idrokinesiterapia può essere svolta con
ottimi risultati anche nella riabilitazione post-chirurgica,
soprattutto nell’arto inferiore ma anche nella spalla,
dove l’unico vincolo è rappresentato dalla ferita chirurgica che
dev’essere completamente chiusa.
Affinché i percorsi di idrokinesiterapia siano efficaci, è sempre
indispensabile l’integrazione con un percorso riabilitativo
studiato dal
Fisiatra, che comprenda anche il
trattamento in palestra riabilitativa
e terapie strumentali, a seconda delle necessità.
La piscina riabilitativa ha
caratteristiche diverse da quella natatoria, a partire dalla
sua struttura: ha zone di diversa profondità, per cui tutti i
pazienti vi possono accedere in sicurezza e
avere l’acqua all’altezza del torace, indipendentemente dalla
statura
e soprattutto indipendentemente dalla capacità di nuotare di ogni
persona. Anche gli strumenti utilizzati durante la terapia sono
specifici per gli esercizi che saranno proposti al paziente.
Altra differenza fondamentale con la piscina natatoria è la
temperatura:
la piscina riabilitativa è riscaldata tra i 30 e i 34 gradi a
seconda del tipo di paziente e di ogni problematica.
Questa metodica offre numerosi vantaggi che le altre tipologie
di terapia non hanno. Come accennato, l’acqua per sua stessa
natura riduce il peso corporeo di circa il 70-90% andando ad
annullare il carico del peso corporeo.
Inoltre
l’acqua calda ha un effetto miorilassante e antalgico che porta
a una riduzione del dolore. In questa situazione di
diminuzione del carico e del dolore, il paziente esegue
movimenti
che “a secco” non riuscirebbe ad eseguire, con
tempi di recupero molto più rapidi.
I tempi di recupero vengono praticamente dimezzati, perché ogni
criticità del trattamento fisioterapico in palestra diventa
un’opportunità per il trattamento riabilitativo in acqua, con un
cambiamento radicale della risposta del paziente.
Infine la riabilitazione in acqua ha vantaggi anche psicologici: il
paziente può muoversi fin da subito in assenza quasi completa di
dolore, andando ad incrementare la sua fiducia nel successo della
terapia, favorendo quindi il suo impegno.